1.1 Il mercato della compravendita nei capoluoghi monitorati
Preconsuntivi 2019
Scambi ancora in crescita (4,3% rispetto al 2018), prezzi stabili nella maggioranza di città monitorate (-0,4% in media). Tempi di vendita stabili (6 mesi e mezzo) e sconti su prezzo di offerta in riduzione dal I semestre dell’anno (da 12,9 a 10,5%; tav. A.1).
Bassa la quota di appartamenti nuovi venduti (6% del totale delle vendite; lo scorso semestre la percentuale si attestava al 9,3%, un anno fa al 13,1%; fig. A.1). Un segnale del riassorbimento della domanda, sempre orientata al prodotto di qualità, data anche la ridotta attività di nuove costruzioni nelle nostre città che non aggiunge nuovo prodotto allo stock in vendita.
La percezione da parte degli agenti immobiliari sui fondamentali del mercato non muta nella sostanza da due anni a questa parte: il range della crescita percentuale annua del numero di scambi resta tra il 4 ed 5%, con prezzi che continuano a “danzare” attorno ad una variazione nulla, nonostante il trend di crescita (sebbene con le inevitabili approssimazioni di continui processi di aggiustamento) sia crescente da un anno e mezzo a questa parte. Ciò, vuole dire che il 2020, sotto questo profilo, si aprirà probabilmente con l’inizio di una nuova fase espansiva dei prezzi dopo gli anni di “crescita zero” tra la fine del 2016 ed il 2019 (fig. 1).
Figura 1
Variazioni percentuali degli scambi e dei prezzi percepite nelle indagini
(valori %)
Fonte: Ufficio Studi FIMAA – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari
Aspettative improntate sulla stabilità nella maggioranza di città su cui è stata svolta l’indagine, sia in termini di numero di scambi, sia sui prezzi di compravendita, sia sui tempi medi di vendita, sia sugli sconti sui prezzi di offerta (tavv. A.6, A.7).
È:
– Un appartamento usato abitabile in condominio, ad eccezione del Centro Italia
dove è preferita la casa indipendente (tavv. A.9, A.21),
– Localizzata in centro città (prima scelta tranne nel Centro Italia dove gli sono
preferite le zona di pregio) o come seconda scelta in zona di particolare pregio
(zona semicentrale nelle città piccole, nel Centro e Sud Italia; tav. A.8),
– Al secondo piano o più, con ascensore (tavv. A.15, A.16),
Previsioni 2020
La casa
“ideale” per il
2020
1 Indagine condotta a cavallo dei mesi di novembre e dicembre 2019 ha monitorato 71 città. 10 con popolazione sopra i 300 mila abitanti; 27 con popolazione tra 100 e 300 mila e 34 con popolazione sotto i 100 mila abitanti.
FIMAA Confcommercio – Mercato immobiliare residenziale 3
– Dotata di riscaldamento autonomo (tav. A.17),
– Ha 3 o 4 locali, 2 bagni e 1 terrazzo (tavv. A.11, A.12, A.19),
– È dotata di 1 box auto (garage) e di 1 posto auto all’aperto (tavv. A.13, A.14),
– Costa tra i 100 e i 200mila Euro (tra 200 e 400 mila Euro nelle grandi città e nel
Centro Italia; tav. A.10),
– Ininfluente la classe energetica nella maggioranza dei casi. Nelle grandi città la
preferenza per la classe energetica A è stata scelta nel 20% di città; mentre classe energetica superiore a B ha raggiunto oltre il 50% di città medie, il 43,1% delle città del Nord Italia, ma appena il 25% delle città del Sud Italia (tav. A.20).

Mercato Immobiliare a Bari
lunedì 18 dicembre 2017

Bari, con una popolazione di 315.933 abitanti, è il capoluogo della regione Puglia oltreché dell’omonima città metropolitana.

Dal punto di vista immobiliare le zone più importanti, in temini di numero di annunci pubblicati, sono le seguenti: Murat, Libertà, San Pasquale, Carrassi, Poggiofranco, Carbonara, Picone, Japigia.
In assoluto la zona più presente negli annunci immobilari è Murat con oltre 2.143 annunci immobiliari complessivi tra affitto e vendita attualmente presenti.

Come è ragionevole aspettarsi, si tratta di una città estremamente importante dal punto di vista immobiliare nel panorama provinciale e circa il 44% di tutti gli annunci immobiliari della provincia sono relativi alla città.

In totale sono presenti in città 18.192 annunci immobiliari, di cui 14.002 in vendita e 4.190 in affitto, con un indice complessivo di 57 annunci per mille abitanti.

Secondo i dati dell’ OMI, il prezzo degli appartamenti nelle diverse (35) zone a Bari è compreso in tutta la città tra 850 €/m² e 3.000 €/m² per la compravendita e tra 3 €/m² mese e 9 €/m² mese per quanto riguarda le locazioni.

Il prezzo medio degli appartamenti in vendita (1.900 €/m²) è di circa il 41% superiore alla quotazione media regionale, pari a 1.350 €/m² ed è anche di circa il 13% superiore alla quotazione media provinciale (1.700 €/m²).
Il prezzo degli appartamenti a Bari non è per nulla uniforme, anche se nella maggioranza dei casi è compreso tra 1.600 €/m² e 2.250 €/m².

Bari ha un prezzo medio degli appartamenti in vendita di circa 1.900 €/m², quindi circa il 45% in meno rispetto ai prezzi medi a Firenze e circa il 90% in più rispetto ai prezzi medi a Reggio di Calabria, che hanno, rispettivamente, i prezzi più alti e più bassi in Italia, tra le città con una popolazione compresa tra 100.000 e 500.000 abitanti.

Densità degli annunci immobiliari nelle diverse zone

Dati mappa ©2017 Google
Termini e condizioni d’uso
Segnala un errore nella mappa
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Le singole zone
Prendendo come riferimento le quotazioni degli appartamenti in vendita la zona Stanic (1.350 €/m²) è la più economica, mentre raggiunge le quotazioni più elevate la zona San Giorgio (2.250 €/m²).

Secondo l’ OMI, per le compravendite la zona C3 (POGGIOFRANCO 2 – TRA VIA CAMILLO ROSALBA, CIRCONVALLAZIONE, SANTA CATERINA,M.CIFARELLI,FERROVIA BARI-TARANTO,G.SOLARINO) è quella con le quotazioni più alte (fino a circa 3.000 €/m²), mentre al contrario la zona E1 (SANTA CATERINA – ZONA CENTRI COMMERCIALI – ZONA ARTIGIANALE) si caratterizza per i valori più bassi (a partire da 850 €/m²).

zona vendita ricerca
Carbonara € 1.700 /m² appartamenti in vendita in zona Carbonara
Carrassi € 2.000 /m² appartamenti in vendita in zona Carrassi
Catino € 1.800 /m² appartamenti in vendita in zona Catino
Ceglie del Campo € 1.600 /m² appartamenti in vendita in zona Ceglie del Campo
Città Vecchia € 1.950 /m² appartamenti in vendita in zona Città Vecchia
Fesca € 1.850 /m² appartamenti in vendita in zona Fesca
Fiera del Levante € 1.950 /m² appartamenti in vendita in zona Fiera del Levante
Japigia € 1.950 /m² appartamenti in vendita in zona Japigia
Libertà € 1.750 /m² appartamenti in vendita in zona Libertà
Loseto € 1.550 /m² appartamenti in vendita in zona Loseto
Madonnella € 2.000 /m² appartamenti in vendita in zona Madonnella
Marconi € 1.900 /m² appartamenti in vendita in zona Marconi
Mungivacca € 2.100 /m² appartamenti in vendita in zona Mungivacca
Murat € 1.950 /m² appartamenti in vendita in zona Murat
Palese/Macchie € 1.900 /m² appartamenti in vendita in zona Palese/Macchie
Picone € 2.000 /m² appartamenti in vendita in zona Picone
Poggiofranco € 2.100 /m² appartamenti in vendita in zona Poggiofranco
San Giorgio € 2.250 /m² appartamenti in vendita in zona San Giorgio
San Girolamo € 2.050 /m² appartamenti in vendita in zona San Girolamo
San Paolo € 1.550 /m² appartamenti in vendita in zona San Paolo
San Pasquale € 2.000 /m² appartamenti in vendita in zona San Pasquale
Santo Spirito € 1.900 /m² appartamenti in vendita in zona Santo Spirito
Stanic € 1.350 /m² appartamenti in vendita in zona Stanic
Torre a Mare € 2.000 /m² appartamenti in vendita in zona Torre a Mare
Zona Industriale € 1.500 /m² appartamenti in vendita in zona Zona Industriale

L’ultimo sondaggio tenuto da Immobiliare.it registra che il 51,7% degli italiani, se avesse la possibilità di acquistare un bene da lasciare in eredità ai figli, investirebbe in un immobile.

Le percentuali di chi investirebbe in una casa per i propri eredi sono poco più elevate della media nazionale al Sud e fra gli over 60, rispettivamente con il 54,38% e il 58,23%.

Chi vorrebbe lasciare un immobile ai figli nel 41,65% dei casi lo farebbe in quanto convinto si tratti dell’unico bene durevole, oltre il 29% lo acquisterebbe perché poco fiducioso nelle possibilità economiche delle nuove generazioni, più del 18% per evitare che sprechino denaro in affitto, percentuale che arriva quasi al 21% al Sud.

Oltre il 48% degli intervistati comprerebbe una casa per sé per poi lasciarla ai figli in eredità, mentre il 37,81% ne acquisterebbe un’altra direttamente per loro. Il 13,93% investirebbe in un immobile da utilizzare come casa vacanze.

Il 61,36% di quelli che opterebbero per un investimento immobiliare lo farebbe nella propria città. Il 19,20% punterebbe a uno dei grandi centri italiani, il 13,34% preferirebbe una località di villeggiatura, il 6,10% investirebbe in un Paese estero.

Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it: “Se i dati mostrano come gli italiani siano ancora molto legati alla proprietà immobiliare, ben più di quanto accada nei Paesi del Nord Europa, rispetto agli anni della bolla questa convinzione comincia a vacillare. Nel 2006, infatti, oltre il 60% degli intervistati nel nostro stesso sondaggio dichiarava che avrebbe scelto una casa come bene da tramandare ai propri figli, considerando il momento storico in cui i valori immobiliari continuavano a salire e la domanda si manteneva su livelli molto sostenuti”.

Il rimanente 48,3% degli intervistati, che non sceglierebbe la casa come tipologia di investimento, opterebbe nel 16,52% dei casi per l’avvio di un’attività di business redditizia da tramandare; l’11,28% sottoscriverebbe una polizza vita; il 14,89% opterebbe per fondi di investimento e prodotti finanziari e il 5,60% acquisterebbe oro e diamanti.

Il 43,27% di chi non ha indicato la casa reputa gli immobili come beni troppo costosi da mantenere, il 31,64% ha ammesso di non sapere dove i figli metteranno radici, ritenendo inutile comprare oggi un appartamento per loro, il 9% ha detto di non potersi permettere un’abitazione e il 2,69% non ne comprerebbe una per i figli per timore che, in caso di futuro divorzio, la casa finisca al loro partner.

Omi: cresce ancora il mercato immobiliare, +21,8% nel II trimestre 2016. Il residenziale segna un +22,9% (Pdf)

Autore: team 15 settembre 2016, 12:39
Statistiche Letture 2.100 Commenti: 0
Nuovo rialzo per il mercato immobiliare italiano. Nel secondo trimestre dell’anno le compravendite registrano un +21,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, migliorando il già consistente +17,3% del primo trimestre. Il mercato delle abitazioni segna un incremento del 22,9%, il produttivo del 28,7%, il terziario del 14,7% e il commerciale del 12,9%.

Molto positivo l’andamento del mercato residenziale nelle grandi città, soprattutto a Bologna (+33,5%), Milano (+29,7%) e Napoli (+25,3%). Questi i principali dati contenuti nella Nota trimestrale dell’Omi, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate che analizza l’andamento del mercato del mattone italiano.

Il mercato delle abitazioni

Nel secondo trimestre del 2016 il settore residenziale registra un importante aumento delle compravendite del 22,9%. Questo notevole incremento, osservato anche nel primo trimestre 2016 (+20,6%), sta riportando il mercato ai livelli di compravendita antecedenti la crisi del 2012.

La ripresa nel comparto abitativo è più accentuata a nord (+24,9%), che rappresenta oltre la metà del mercato complessivo, seguita dal sud (+20,8%) e dal centro (+20,7%). Anche le pertinenze mostrano una crescita a doppia cifra, segnando un +23,2%.

Le compravendite nelle grandi città

Lo sviluppo del mercato della casa è ancora più marcato nelle otto maggiori città italiane. Spicca in particolare il dato di Bologna, che dopo il balzo di 12 punti percentuali nel primo trimestre cresce di altri 14 punti, attestandosi ad un +33,5%.

Seguono Milano, che sfiora una variazione del 30 per cento (+29,7%), Napoli (+25,3%), Torino (+24,3%) e Firenze (+23,3%). Crescita a doppia cifra, sebbene ridimensionata rispetto alle altre città, anche per Roma (+12,4%) e Palermo (+12%).

Uffici, negozi e capannoni

Anche i settori dell’immobiliare non residenziale mostrano una buona crescita, con un aumento complessivo del 16,4% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Il tasso di crescita più elevato, nonostante sia riferito a un numero contenuto di scambi, è quello del settore produttivo, con un rialzo del 28,7%. Aumenta inoltre il volume delle transazioni per il settore terziario, che segna un +14,7%, e il comparto commerciale che guadagna un 12,9%.

Leasing immobiliare, si perde la casa dopo il mancato pagamento di sei rate

Autore: team 28 luglio 2016, 10:46
Statistiche Letture 152 Commenti: 0
Dopo la possibilità per le banche di rientrare in possesso dell’immobile nel caso di mancato pagamento di 18 rate del mutuo, un’ipotesi simile si profila anche nel caso del leasing immobiliare. Nel disegno di legge sulla Concorrenza, attualmente in commissione Industria del Senato, è stato inserito un nuovo emendamento che prevede, in caso di mancato pagamento di sei rate leasing, la restituzione dell’immobile alla banca o ad altro intermediario finanziaro, che potranno venderlo o riallocarlo.

“Costituisce grave inadempimento dell’utilizzatore – si legge nell’emendamento dei relatori al Ddl concorrenza – il mancato pagamento di almeno sei canoni mensili o due canoni trimestrali anche non consecutivi o un importo equivalente per i leasing immobiliari, ovvero quattro canoni mensili anche non consecutivi o un importo equivalente per gli altri contratti di locazione finanziaria”.

“In caso di risoluzione del contratto per l’inadempimento dell’utilizzatore, il concedente procede alla vendita o ricollocazione del bene sulla base dei valori risultanti da pubbliche rilevazioni di mercato elaborate da soggetti specializzati” e “quando non è possibile far riferimento ai predetti valori, procede alla vendita sulla base di una stima effettuata da un perito scelto dalle parti di comune accordo nei venti giorni successivi alla risoluzione del contratto o, in caso di mancato accordo nel predetto termine, da un perito indipendente scelto dal concedente in una rosa di almeno tre operatori esperti, previamente comunicati all’utilizzatore, che può esprimere la sua preferenza vincolante ai fini della nomina entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione”.

Il perito, precisa il testo dell’emendamento, deve essere “indipendente quando non è legato al concedente da rapporti di natura personale o di lavoro tali da compromettere l’indipendenza di giudizio. Nella procedura di vendita o ricollocazione il concedente si attiene a criteri di celerità, trasparenza e pubblicità adottando modalità tali da consentire l’individuazione del migliore offerente possibile con obbligo di informazione dell’utilizzatore”

Istat, casa: nel I trimestre 2016 crescono le compravendite (+17,9%) e i mutui (29,2%)

Autore: team 25 luglio 2016, 11:33
Statistiche Letture 316 Commenti: 0
Continua la ripresa del mercato immobiliare. A evidenziarlo l’Istat, che ha registrato un aumento delle compravendite e dei mutui. In particolare, l’istituto nazionale di statistica ha fatto sapere che nel primo trimestre 2016 le convenzioni notarili per trasferimenti immobiliari a titolo oneroso sono state 159.932, il 17,9% in più di quelle registrate nello stesso trimestre del 2015; prosegue dunque per il quarto trimestre consecutivo un aumento delle compravendite.

La ripresa del mercato immobiliare nel primo trimestre dell’anno in corso riguarda sia il comparto dell’abitativo ed accessori (150.015 i trasferimenti di proprietà, +18,6% sul corrispondente trimestre del 2015), sia i trasferimenti di unità immobiliari ad uso economico (9.041, +8,0%).

A livello territoriale l’aumento delle compravendite coinvolge tutte le aree del Paese, è più accentuato nel Nord-ovest (+20,7%) e sotto la media nazionale nelle Isole (+16,5%), al Sud (+16,3% e al Centro (+15,8%), senza differenze tra compravendite di abitazioni ed accessori e unità immobiliari ad uso economico.

L’aumento delle convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari è maggiore nelle città metropolitane (+19,1%) e più contenuto nei piccoli centri (+16,9%).

Nel primo trimestre 2016 prosegue, poi, l’andamento positivo di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche. Le convenzioni rogate sono state 88.036, il 29,2% in più rispetto allo stesso trimestre del 2015.

La ripresa di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche è più accentuata nelle Isole (+41,7%) che al Nord-ovest (+31,9%), al Sud (+30,7%) e al Centro (+28,3%).

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche registrano un aumento maggiore nelle città metropolitane (+33,5%) rispetto ai piccoli centri (+26,0% contro +29,2% della media complessiva).

mag
23

BANKITALIA

Gli agenti immobiliari tornano a sperare nel futuro del mattone. Secondo il consuento sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni di Bankitalia, infatti, nel primo trimestre dell’anno si conferma l’ottimismo degli agenti sull’evoluzione a breve termine del proprio mercato locale e sulle prospettive del mercato nazionale.

Le interviste del sondaggio, svolte su un campione di 1004 di agenzie immobiliari, evidenziano un miglioramento del mercato nel primo trimestre dell’anno. La percentuale di operatori che hanno venduto almeno un’abitazione è cresciuta, in connessione con le più favorevoli condizioni della domanda. Si è ridotta anche la percentuale di chi segnala un calo dei prezzi e, secondo le aspettative, dovrebbe ridursi anche nel secondo trimestre.

I prezzi delle abitazioni

Nel primo trimestre del 2016 continua a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione congiunturale dei prezzi di vendita, che si attesta ora al 44,8% (46,4 nel trimestre precedente, 59,3 nella rilevazione di un anno fa), a fronte di una prevalenza dei giudizi di stabilità rimasti sostanzialmente invariati al 52,4%. Emerge dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia della Banca d’Italia.

Il miglioramento – si spiega – riflette principalmente gli andamenti riscontrati nelle regioni del Nord Est e nel Sud Italia. Per quanto riguarda le compravendite, la quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è salita nuovamente (al 79,9% dal 77,8 dell’indagine precedente) confermando una tendenza in atto dal primo trimestre 2015.

Compravendite

La quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è salita nuovamente (al 79,9 per cento dal 77,8 dell’indagine precedente; tav. 3) confermando una tendenza in atto dal primo trimestre del 2015. Le
condizioni della domanda si confermano positive: il saldo tra la quota di agenti che riportano un aumento equella di coloro che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è salito a 17,2 punti
percentuali

Incari a vendere

Per quanto riguarda gli incarichi a vendere, il saldo tra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere si è stabilizzato a 7 punti percentuali (era 21,1 un anno prima), a fronte di una lieve diminuzione di quello relativo ai nuovi mandati (8,9 punti percentuali, da 10,4 in gennaio).

Secondo il giudizio degli operatori, le principali cause di cessazione dell’incarico rimangono legate al divario tra prezzi offerti e domandati. Sul fronte delle trattative e tempi di vendita, il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è leggermente sceso (al 13,8% dal 14,2 in gennaio) e anche il tempo medio intercorso tra l’affidamento del mandato e la vendita dell’immobile si è ulteriormente ridotto (8,6 mesi da 9,1 dell’indagine precedente) soprattutto per effetto di una riduzione dei tempi medi di compravendita nel Nord Italia.

Finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è salita (al 73,8%, dall’68,5 dell’indagine di gennaio, così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (al 69,3 per cento, dal 64,7).

Locazioni

Sulle locazioni, la quota di operatori che hanno dichiarato di avere locato almeno un immobile nel primo trimestre è salita rispetto al periodo precedente (all’84,8% dall’82,4).

Prospettive future del mercato locale e nazionale

Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento si confermano favorevoli, seppur in leggera attenuazione: sia il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso sia quello tra chi si attende un aumento di nuovi incarichi a vendere e chi ne prospetta una riduzione si mantengono positivi.

La quota di operatori che prevede una flessione dei prezzi nel trimestre in corso ha continuato a diminuire (31,8 per cento, dal 35,2), a fronte del rialzo nei giudizi di stabilità (64,7 per cento, dal 62,5); tale andamento è particolarmente accentuato nelle aree non urbane e nelle regioni del Nord Est e del Centro.

Il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale si è confermato positivo per il secondo trimestre consecutivo (9,2 punti percentuali, da 8,1 nella precedente indagine).
Anche in un orizzonte di medio termine (due anni) si rafforza l’ottimismo degli operatori: il saldo fra attese di miglioramento e peggioramento continua ad aumentare (al 46,4 dal 45,4 per cento).

Ha suscitato grande interesse la misura contenuta nella legge di Stabilità che prevede l’agevolazione per l’acquisto della prima casa. Dal 1° gennaio 2016 non è più ostativo il possesso di un’altra abitazione acquistata con i benefici fiscali, purché sia alienata entro un anno. Nel corso di Telefisco 2016 l’Agenzia delle Entrate ha fornito diversi chiarimenti.

I contratti interessati dalla nuova disciplina

La nuova disciplina riguarda, oltre che i contratti di acquisto soggetti a imposta proporzionale di registro (per i quali si applicano l’aliquota del 2% oppure quella dell’1,5% se l’acquisto della “prima casa” avviene mediante un leasing abitativo), anche:

– i contratti imponibili a Iva (ove si applica l’aliquota del 4% in luogo dell’aliquota ordinaria del 10%);

– gli acquisti a titolo gratuito (ossia per effetto di successione a causa di morte o di donazione), nei quali l’agevolazione “prima casa” vale ad abbattere alla misura fissa (attualmente stabilita in 200 euro) ciascuna delle imposte ipotecaria e catastale.

Per quanto riguarda gli acquisti a titolo gratuito, le Entrate hanno sottolineato che nell’atto di donazione o nella dichiarazione di successione con cui si acquista il nuovo immobile in regime agevolato deve risultare l’impegno a trasferire entro un anno l’immobile preposseduto.

Gli atti di acquisto devono essere posti in essere dal 1° gennaio 2016

Le Entrate hanno chiarito anche un’altra situazione, quella in cui il contribuente che ha acquistato il 1° ottobre 2015 una casa senza l’agevolazione “prima casa” (non potendola chiedere in quanto titolare di un’altra abitazione acquistata con l’agevolazione “prima casa”) entro il 30 settembre 2016 vende l’abitazione preposseduta (rispettando quindi il termine annuale per la vendita della “prima casa” di cui il contribuente sia già titolare all’atto del nuovo acquisto). In questo caso, l’Agenzia ha spiegato che il contribuente non può chiedere il rimborso delle maggiori imposte versate per l’acquisto effettuato nel 2015 rispetto al prelievo che sarebbe stato praticato se fosse stata applicata l’agevolazione “prima casa”.

Questo perché la nuova disciplina trova applicazione in relazione agli atti di acquisto di immobili posti in essere a decorrere dal 1° gennaio 2016 e, quindi, per gli atti conclusi prima di tale data non può essere richiesto il rimborso delle eventuali maggiori imposte versate rispetto a quelle che sarebbero state dovute in applicazione delle nuove disposizioni né spetta un credito d’imposta.

Il credito d’imposta

Per quanto riguarda il credito d’imposta, chi vende una casa acquistata con l’agevolazione “prima casa” e poi, entro un anno, acquista un’altra “prima casa”, beneficia di uno sconto fiscale pari alle imposte pagate in sede d’acquisto della casa poi alienata. Il credito d’imposta spetta al contribuente anche nell’ipotesi in cui egli proceda all’acquisto della nuova abitazione prima della vendita dell’immobile preposseduto: all’atto di acquisto del nuovo immobile con l’agevolazione “prima casa” il contribuente può pertanto fruire del credito di imposta per l’imposta dovuta in relazione al nuovo acquisto.

Qualcosa si muove nel mercato immobiliare. A certificarlo sono anche gli operatori del settore nell’ultimo sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni, condotto da Bankitalia e Tecnoborsa. Nel terzo trimestre dell’anno, infatti, è aumentata la quota di agenti che segnalano un miglioramento delle attese nel breve periodo, sia a livello nazionale che del proprio mercato di riferimento. Mentre le compravendite continuano a salire.

Compravendite

La quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è rimasta sostanzialmente stabile rispetto alla rilevazione precedente (71,6 per cento; tav. 3), ma è aumentata di circa sette punti rispetto al 2014. ll saldo tra le quote di agenti che riportano un aumento e quelle che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è tornato positivo, per 6,1 punti percentuali (da -4,3 nella rilevazione di luglio e -22,7 in quella di ottobre 2014).

Incarichi a vendere

Il divario tra prezzi offerti e domandati resta la principale causa di cessazione dell’incarico: il 59,2 per cento degli intervistati segnala proposte di acquisto a prezzi ritenuti bassi per il venditore, a fronte del 58,6 per cento che riporta la percezione di prezzi di acquisto ancora troppo elevati. Prosegue la diminuzione della quota di agenzie che riconduce la decadenza dell’incarico alla difficoltà di reperire un mutuo.

Le prospettive del mercato

Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento sono risultate nettamente più ottimistiche. Il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è risultato positivo (7,4 punti percentuali), segnando una netta inversione rispetto ai valori negativi del trimestre precedente e di un anno prima.

Quasi ogni giorno mi capita di parlare con persone di zona che hanno messo o stanno per mettere la loro casa in vendita privatamente, senza avvalersi dell’intermediazione di un’agenzia immobiliare.

Quando cerco di indagare per cercare di capire la motivazione di tale scelta, la risposta alla mia domanda è sempre la stessa: “a cosa mi serve l’agente immobiliare? Perché dovrei pagare la provvigione ad un intermediario che altro non fa che quello che posso tranquillamente fare anche io da solo? Sono capace anch’io di fare due foto, mettere un annuncio online (gratis) e far vedere casa alle persone interessate…!”

Eh si perché per vendere casa basta mettere un annuncio sui portali e aspettare che chiamano…

D’altro canto non mi sento nemmeno di biasimarli. La vera motivazione, secondo me, è data dalla mancanza di fiducia nei nostri confronti. Purtroppo gli agenti immobiliari non hanno una buona reputazione e molti colleghi fanno poco o niente per cambiare agli occhi dei clienti, anzi a volte sembra fanno di tutto per confermare quello che parecchie persone pensano…

Perché pagare per avere un NON SERVIZIO? Siamo considerati degli “apri porte”! Ci limitiamo a mettere due foto su internet e a portare le persone a vedere gli immobili, punto!

SBAGLIATO!

Diciamo che la famosa Crisi ci ha dato una bella mano, ha fatto “pulizia”. Purtroppo ce ne sono ancora molti che remano contro la nostra categoria. Lavorano su immobili senza esclusiva, zero provvigioni, addirittura mi è capitato di vedere dei volantini di agenzie immobiliari che offrono soldi ai proprietari di immobili per farsi dare il mandato di vendita…

Non è giusto comunque fare di tutta l’erba un fascio, perché i buoni, i brutti e i cattivi sono sempre esistiti ed in tutte le categorie. Io stesso ho avuto a che fare con parecchi dottori che erano, per usare un eufemismo, poco professionali…un paio a dire la verità sarebbero da allontanare dall’albo dei medici ma questo non vuol dire che sono tutti così.

Ce ne sono ancora molti che fanno il loro lavoro con passione e salvano migliaia di vite ogni anno.

Ho fatto questo esempio solo per spiegare un concetto, non ho intenzione di paragonare gli agenti immobiliari ai medici, perché sono due figure professionali totalmente diverse.

Però ritengo anche che l’acquisto di una casa rappresenta, per la maggior parte delle persone comuni, la più importante operazione finanziaria della vita, ed è per questo che bisogna affrontarla affiancati da un Professionista Vero, da qualcuno che vi possa consigliare ed assistervi fino alla stipula dell’atto.

Come fare quindi per distinguere un agente immobiliare buono da uno cattivo?

Molti adottano un comprovato metodo scientifico.

Devono mettere in vendita casa, chiamano due o tre agenzie per farsi fare la valutazione e nel 77% dei casi succede questo: la prima agenzia da la sua valutazione, diciamo 210.000€, la seconda 280.000€ la terza 245.000€. Il malcapitato proprietario, spiazzato dalla differenza di valutazione, ha un illuminazione, fa la media tra le tre cifre proposte e decide di mettere in vendita a quel prezzo, ovvero 245.000€!

Qui apro una piccola parentesi, diffida da chi ti Sopravvaluta il tuo immobile, cerca solo di abbindolarti per farsi firmare il mandato di vendita e vincolarti per mesi e massacrarti ogni 6/7 giorni di telefonate per farti abbassare il prezzo perché troppo alto…il prezzo a cui casa tua si poteva vendere senza problemi…

Se ti fai fare una valutazione pretendila scritta, ma soprattutto fattela spiegare. Chi te la fa, ti deve far vedere in base a quale criteri è arrivato a quella fascia di prezzo e ti deve spiegare con altrettanta meticolosità cosa farà per vendertela.

Chiedigli: che strategie userai per trovare acquirenti? Utilizzerai solo il tuo database clienti? (Metodo vecchio ed obsoleto) O collabori con altre agenzie? (Oggi è indispensabile se si vuole garantire ai proprietari di casa una maggiore possibilità di vendita e ad un prezzo maggiore)

Utilizzerai un metodo passivo o attivo di ricerca acquirenti?

Metodo passivo= prendo incarico di vendita, metto un annuncio su internet, metto un cartello in vetrina, uno sotto il portone di casa e aspetto che chiamano

Metodo attivo= preso l’incarico inizia il lavoro. Prima di fare l’annuncio e metterlo su internet, procedo con una campagna di “Appena Messo in Vendita”, cartacea, per informare l’intero condominio e tutto il vicinato, creo una Landing Page del tuo immobile per reperire i contatti delle persone interessate, accompagnata da campagne di Google AdWords e Facebook Ads, invio di mail informativa a colleghi che lavorano o hanno clienti in zona. Organizzo due Open House, uno per soli agenti immobiliari, l’altro per i loro clienti.

In un mercato come quello di oggi, dove l’acquirente è il vero padrone, oltre che merce rara, che dici ci sono più possibilità di vendere con il metodo preferito dalle classiche agenzie, che per forza di cose per questa enorme mole di lavoro non può pretendere provvigione al venditore…, o è più probabile vendere con un metodo pro-attivo, che Crea clienti/acquirenti Qualificati?

Un’altro parametro che Deve avere oggi un Professionista del settore è un Blog, dove si espone con il proprio modo di pensare e di lavorare. Il blog è un biglietto da visita, quello che viene detto e scritto su internet rimane ed è indelebile. Se io non dovessi fare o rispettare una sola cosa di cui ho scritto sul mio blog mi sputtanerei in un nano secondo. Oggi l’agente immobiliare deve lavorare anche con i social, deve essere attivo anche in questo, perché oggi il mondo viaggia in questa direzione e si sa, il progresso è come un onda gigantesca, o la cavalchi o vieni spazzato via.

E poi c’è da aggiungere un’ultima considerazione: un “professionista” che prende 0, viene da se che non metterà mai in collaborazione il tuo immobile con altre agenzie, questo per te comporta due cose:

1) se questo fantomatico A.I. si cala così velocemente le brache difronte al Suo compenso, cosa credi che farà in fase di trattativa quando l’acquirente di turno vorrà giocare al ribasso con il prezzo di casa Tua?

2) se non collabora con alte agenzie i tempi di vendita si allungano notevolmente. Ricorda, più il tuo immobile rimane sui portali immobiliari a prendere polvere, più soldi perderai con la svalutazione data dal mercato!

Al pari di un medico, avvocato, notaio o ingegnere, anche un Agente Immobiliare Professionista non accetta di lavorare Gratis! La formazione e l’esperienza hanno richiesto costi e sacrifici, di tempo e soldi!

Rifletti su cosa ha più valore per te, la prossima volta che avrai la necessità di scegliere un qualsiasi professionista, se qualche euro risparmiato o la tranquillità tua e della tua famiglia.

Fagli una bella analisi. Fatti spiegare tutto quello che farà per te, dall’Analisi di Mercato Comparativa, al piano di marketing, fino alla pubblicità sui social media e all’assistenza pre e post rogito.